PANDEMIA ED EFFETTI SU BAMBINI E ADOLESCENTI

La pandemia ha provocato una condizione di forte stress in bambini e adolescenti.

Il Dr. Vicari, Professore ordinario di Neuropsichiatria Infantile presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in un’intervista per Orizzonte Scuola, sottolinea come nei bambini in età preadolescenziale si sia registrato un aumento dei disturbi del sonno e dell’ansia in generale. Sono bambini che dormono meno o hanno un sonno disturbato e sono preoccupati per la propria salute e per quella dei propri genitori.

Per quanto riguarda gli adolescenti, oltre ad un netto aumento dei disturbi del sonno, si evidenzia anche la comparsa di quadri di ansia e di depressione, di forte chiusura e di isolamento. Nell’analisi dei dati si riscontra, afferma il Prof. Vicari, “una differenza marcata tra la prima e la seconda fase della pandemia. Nella prima ondata, il periodo che va da marzo a giugno, abbiamo registrato addirittura una leggera diminuzione dei casi di rilevanza psichiatrica, parlo di ragazzi che hanno manifestato un vero e proprio disturbo mentale, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tutto è cambiato drammaticamente con la seconda ondata, il periodo che va da ottobre ad oggi, dove invece abbiamo registrato un forte aumento delle richieste di aiuto nell’ordine del 25/30 % in più. Se guardiamo ai dati provenienti dal nostro pronto soccorso, quindi alle situazioni più drammatiche, c’è un netto aumento dei tentativi di suicidio. Il motivo per cui i ragazzi arrivano in pronto soccorso sono prevalentemente legati a tentativi di suicidio o comunque ad attività di autolesionismo. Questo dato lo interpretiamo come legato alle caratteristiche differenti che le due ondate hanno avuto. Nel primo caso si è associata una maggiore disponibilità a vivere le norme restrittive, nel senso che i ragazzi, in molti casi, hanno vissuto la chiusura delle scuole come un’anticipazione delle vacanze e poi, dato ancora più importante, in quel periodo i genitori erano presenti in casa, siamo stati tutti chiusi in casa. Questo ha avuto una funzione di protezione, anche in quelle situazioni che in altre circostanze sarebbero precipitate. Ad ottobre, invece, la chiusura delle scuole, almeno per la secondaria di secondo grado, ha coinciso con l’assenza dei genitori, che nella maggior parte dei casi avevano ripreso la propria attività lavorativa, e questo probabilmente ha ridotto gli strumenti di difesa dei ragazzi, in qualche modo si sono sentiti più soli. La solitudine è l’aspetto che più frequentemente i ragazzi ci raccontano quanto ci raggiungono in ospedale”.

Diventa importante alla luce di quanto sopra riportato, ascoltare i bambini e gli adolescenti favorendo la comunicazione emotiva, parlando e chiedendo loro come si sentono, permettendogli di fare domande e chiedere spiegazioni che possano aiutarli ad avere informazioni più chiare e realistiche rispetto a quanto accade intorno.  

Poiché la nostra mente e il nostro corpo sono interconnessi, l’attività fisica, anche per pochi minuti, modifica i neurotrasmettitori nel cervello e può aiutare nella regolazione emotiva soprattutto in caso di reazioni esagerate con scoppi d’ira e perdita del controllo (ad esempio nel momento dei compiti).

Si sa purtroppo ancora poco sugli effetti a lungo termine delle pandemie sulla salute mentale dei bambini.

 

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